L’input per trascrivere questa suite lo ebbi dal cd di Konrad Junghanel “Ouverture e suites”. La musica di Weiss, magistralmente eseguita da Junghanel, mi colpì a tal punto che iniziai a documentarmi sull’argomento. Un mio carissimo amico (Carlo Carulli) era in possesso delle trascrizioni di Ruggero Chiesa in merito al manoscritto depositato al British Museum di Londra. Glielo chiesi in prestito e nel manoscritto erano comprese due delle quattro suites incise nel cd, la n° 17 in fa minore e la n° 21 in sol minore. la terza suite è una delle più conosciute ed eseguite la suite in re minore facente parte del manoscritto di Dresda.
In quel periodo (1995) ero in possesso di una chitarra ottocorde gentilmente datami in prestito dal liutaio Nazzareno Massimiliani in Frosinone e, anzichè trasportare la tonalità di fa minore in quella di mi minore, la più vicina ed agevole per la chitarra, decisi di lasciare l’impianto tonale originale.
Iniziai ad accordare lo strumento in modo diverso e dopo molti tentativi arrivai alla soluzione definitiva, dal cantino: Fa – Si – Sol – Re – Sib – Fa – Mib – Do. Imparai anche a leggere direttamente la nuova accordatura senza bisogno di affiancare una intavolatura.
E’ naturale che ho dovuto operare compromessi rispetto all’originale avendo a disposizione otto corde contro i tredici cori del liuto barocco, però le pagine della suite sono rese in modo esaustivo ed abbastanza fedele all’originale.
Lo strumento lo restituii al proprietario dopo un paio di anni e in questo lasso di tempo registrai questa suite insieme alla n° 25 in la minore (L’Infidele), la suite in re minore dal manoscritto di Dresda con la chitarra ottocorde e la n° 21 in sol minore con la chitarra seicorde. Le registrazioni le effettuai su di un registratore a cassette per fissare il lavoro fino a quel punto, ma l’intento era quello di “raffinare” e concludere il lavoro con una Decacorde ora in mio possesso da un paio di anni.