Ho studiato l’armonia ed il contrappunto anche se non ho studiato composizione,
Un grande aiuto l’ho avuto dal lavoro di analisi sui corali di J.S. Bach.
Cerco di ascoltarne le opere con spirito critico cercando di cogliere, anche se in minima parte, l’arte compositiva già all’epoca mai scontata e sempre innovativa.
Mi interessa molto anche la composizione contemporanea dei minimalisti e la musica seriale.
In ultima analisi è molto importante cosa si ascolta e come si ascolta, ovverosia con lo spirito di apprendere e fare proprio quel linguaggio musicale ed adattarlo al proprio stile.
Siamo e creiamo ciò che ci piace
Noi siamo la risultante di ciò che ascoltiamo e soprattutto di ciò che ci piace e si confà al nostro spirito.
L’artista quasi sempre plasma il proprio stile in questa maniera, è fondamentale non imitare (saremmo sempre delle brutte copie) ma creare un proprio stile perfettamente riconoscibile.
L’ispirazione può essere scatenata da tanti motivi, una cellula tematica che ti ronza in testa e che poi sviluppi nel tempo oppure una citazione presa da un ascolto, come nel caso del mio “Studio in Re maggiore” scaturito da un tema di Piccinini e diventato un valzer leggero e piacevole all’ascolto.
L’importante è non comporre per forza perché il nostro ascoltatore lo percepirà
La sensibilità e l’arte non provengono dai diplomi accademici ma da uno spirito in continua ricerca e studio dei grandi che ci hanno preceduto.
La volontà di continua sperimentazione e’ tangibile nei tuoi lavori.